Urban center - Bergamo, Piazzale degli Alpini
“Vendesi casa vicino alla tangenziale, all' aeroporto, alla stazione di servizio, all'outlet, all'incubatore tecnologico”, presto potrebbero essere queste le coordinate di riferimento del mercato immobiliare. Un’occasione per andare oltre alla definizione, celebre e superata, di “Non Luoghi”. Spaccati di un paesaggio contemporaneo che si trasforma intorno a questi nuovi poli di organizzazione della città, a questi siti che producono, o produrrebbero, “flussi senza luoghi”.
L’incontro ci offre occasione di riprendere il filo di un dialogo incompiuto tra questi fenomeni e le città; e insieme occasione di riflettere per fotografare, e immaginare, le città di domani.
Interverranno:
Luca Tamini, Mario Paris (Laboratorio Urb & Com - Politecnico di Milano)
Fabrizio Bottini (Politecnico di Milano)
Urban center - Bergamo
Antonio Longo Politecnico di Milano
Serena Maffioletti IUAV di Venezia
L’incontro è dedicato al tema delle infrastrutture di comunicazione, cioè a quella importante famiglia di opere che consentono i collegamenti e gli spostamenti tra i vari punti di un territorio e che rivestono parte così rilevante nelle trasformazioni future della terra bergamasca e lombarda.
È un tema che incide in modo determinante sulla qualità della vita dei luoghi da molteplici punti di vista e che di certo non poteva mancare in un ciclo di conferenze dedicato ai paesaggi contemporanei dentro i quali le infrastrutture compongono una trama che è contemporaneamente oggetto percepito e luogo dal quale percepire.
L’incontro sarà un’occasione per approfondire il tema e offrirà una panoramica di esempi italiani ed europei, per attraversare gli approcci più avanzati e significativi in materia di spazi dedicati al movimento ed alla circolazione, nei loro contesti.
Urban Center- Bergamo
Maria Chiara Zerbi Università degli Studi di Milano
Roberto Omizzolo Bigio l’Oster
Che cos’è un paesaggio alimentare (foodscape)? In quali modi la globalizzazione sta ridisegnando le nostre abitudini e stili alimentari? Il cibo è un fatto sociale totale, una cartina per leggere il mondo d’oggi ed i profondi ed incessanti cambiamenti a cui è sottoposto. Numerose e profonde sono le trasformazioni che stanno modificando il nostro rapporto col cibo, le regole, gli orari e i luoghi della sua assunzione; sottolineano che persino il senso del gusto si è modificato sensibilmente soprattutto a causa della produzione di massa delle derrate alimentari, delle influenze della moda e dei mass media nelle scelte alimentari, che hanno determinato la nascita di nuovi stili alimentari. Sembra configurarsi uno scenario che vedrà contrapposti da un lato l’arte e l’artigianato agro-alimentare, dall’altro l’industria, in cui non è scontato prevedere come andrà a finire, perché il peso dei movimenti di “resistenza” all’omologazione alimentare non sarà ininfluente.
Urban Center- Bergamo
Renato Ferlinghetti e Gianfrancesco Ruggeri (Università degli Studi di Bergamo, Centro Studi sul Territorio "Lelio Pagani").
Davide Pagliarini (Politecnico di Milano, coordinatore del laboratorio new landscapes, Bergamo).
I paesaggi minimi sono una somma di habitat minuti e di particolare pregio botanico e naturalistico, distribuiti come isole di un arcipelago all'interno o ai margini del tessuto urbano. A definirli sono entità vegetali autoctone e manufatti architettonici in stretta relazione tra loro. La loro presenza diffusa è in grado di determinare ecosistemi peculiari e stabili, in continuità con gli ambienti ad alta naturalità dei boschi e delle colline che lambiscono la città.
L'incontro vuole offrire una panoramica sulla storia, la distribuzione e l'evoluzione dei paesaggi minimi, illustrando alcune possibili metodologie per la loro conservazione e attualizzazione attraverso la pratica del progetto.
Urban Center- Bergamo
Matteo Colleoni (Università di Milano Bicocca)
Carlo Salone (Università degli Studi di Torino)
Il territorio è un bene prezioso , una risorsa da non consumare. Dopo i decenni della grande espansione urbana si sta affermando un nuovo modello di sviluppo basato sulla riconversione qualitativa dei tessuti esistenti all’interno delle città. All’idea di territorio come addizione all’infinito di funzioni separate si è ormai sostituita quella di rete polifunzionale di nodi connessi da flussi di relazioni da organizzare in un sistema di mobilità sostenibile. Smart growth significa crescita intelligente cioè è la combinazione di un’istanza quantitativa con un’istanza qualitativa. “Smart-growth” è quell’insieme di politiche e di pratiche finalizzate alla riduzione dello sprawl suburbano e governare la crescita in modo intelligente sostituendo ad un approccio quantitativo un approccio qualitativo
Ci sono alcuni temi basilari in qualsiasi politica di smart growth:
- eliminazione del consumo di suolo libero e di terreno agricolo : introduzione del concetto di limite
- intervento sull’esistente attraverso il ridisegno e la riorganizzazione degli ambiti urbanizzati degradati e dismessi
- ridistribuzione equilibrata dei servizi e dei nodi attrattivi e la creazione di tessuti multifunzionali e non monofunzionali All’idea di territorio come addizione all’infinito di funzioni separate si è ormai sostituita quella di rete polifunzionale di nodi connessi da flussi di relazioni da organizzare in un sistema di mobilità sostenibile.
- forte incentivazione del trasporto pubblico e dei sistemi di mobilità alternativi all’automobile
- massima attenzione alla qualità della vita delle persone e alla loro salute
Urban Center- Bergamo
Paolo Belloni Politecnico di Milano
Andrea Gritti Politecnico di Milano
“Case alte, case medie o case basse?”. Era il titolo di una celebre conferenza tenuta 80 anni fa da Walter Gropius. Se da allora tutto pare cambiato, resta il fatto che l’originaria opposizione tra sviluppo “verticale” e “orizzontale” della forma architettonica sembra conservare intatta la capacità di generare schieramenti ideologici, soprattutto nel cuore della cultura europea. In mancanza delle straordinarie pressioni economiche e sociali che hanno indotto la crescita verso l’alto delle metropoli nei “nuovi continenti”, il paesaggio urbano in Europa sembra essere ancora il campo di sperimentazione più complesso nel quale mettere alla prova - con opere d’architettura - la dialettica evocata dal titolo.
Urban Center- Bergamo
Saluti introduttivi
Avv. Gianfranco Ceci -Vicesindaco del Comune di Bergamo
Arch. Fulvio Adobati – Università degli Studi di Bergamo
Tavola rotonda con rappresentanti di:
Ordine Architetti : arch.Vittorio Gandolfi
Ordine Ingegneri : ing.Sergio Sottocornola
Ordine Dottori Agronomi e Forestali : dott.Mario Carminati
Coordina : arch.Marina Zambianchi – Comune di Bergamo
Iconemi : sintesi del 1° ciclo
Arch. Maria Claudia Peretti
Imparare a guardare i paesaggi è fondamentale per imparare a progettare la loro trasformazione consapevole e in generale per stabilire le regole di una convivenza sostenibile tra la nostra specie e l’ambiente in cui vive. Non c’è paesaggio senza consapevolezza: molte volte la mancanza di rispetto è direttamente legata all’incapacità di riconoscere ed attribuire valore agli elementi naturali, storici, culturali, che sono alla base dei paesaggi stessi e ne determinano, attraverso lente stratificazioni, l’identità. I paesaggi che ammiriamo e dentro i quali cerchiamo sempre più frequentemente occasioni per immergerci, sono i paesaggi in cui si percepisce un forte senso di appartenenza dell’uomo all’ambiente in cui vive: viceversa i paesaggi brutti sono quelli dai quali emergono distacco, alienazione, impoverimento dei significati che spesso diventano aggressione, indifferenza, distruzione. La tutela più efficace è quella di far emergere il legame profondo tra i luoghi e chi li abita e, abitandoli, li costruisce e trasforma giorno per giorno, in un rapporto di sintonia e rispetto, che porta ogni abitante a svolgere un ruolo attivo di protezione e valorizzazione di ciò a cui riconosce un valore che gli appartiene.
Proiezione delle fotografie ricevute e rinfresco
Architetto
laureata a Venezia. Diploma di perfezionamento post- laurea in Storia dell’Arte medievale e moderna presso la facoltà di lettere e filosofia di Bologna. Esercita la libera professione dedicandosi con particolare attenzione al tema del paesaggio e del recupero. Da anni si occupa di politiche urbane , di partecipazione e di governance del territorio. Ha
svolto l’incarico del coordinamento scientifico dell’Urban Center di Bergamo nel biennio di start up della nuova struttura dedicata all’ in-formazione, comunicazione e partecipazione dei processi di trasformazione urbana. Ha ideato e coordina l’iniziativa “Iconemi” giunta alla VI edizione, dedicata alla lettura dei paesaggi
contemporanei. Da due anni è presidente di Italia Nostra Bergamo.
www.mariolaperetti.it